Un alpigiano di nome Pantaleone in un giorno d’agosto saliva all’alpe con due muli quando quattro donne in un campo di segale lo salutarono. Lui non si fermò e continuò a salire lungo il ripido sentiero che porta al passo di Fontanalba attraversando diversi ponticelli.

Attraversando uno di questi ponticelli provò un brivido in tutto il corpo e vide che anche i muli si erano fermati e si sferzavano i fianchi con la coda. Alzato lo sguardo vide il cielo, prima sereno, farsi minaccioso e ripensò ad una delle donne nel campo che gli aveva detto: “Non spira buon vento oggi sulla montagna!”. Ebbe l’intuizione che fossero streghe perché anche in Valle Vigezzo le donne più brutte e quelle più belle erano streghe (strii) e lo stesso per gli uomini che erano stregoni (planduj).

Mancava poco per arrivare alla stretta bocchetta di Fontanalba, dove soffiava sempre un vento tanto forte che a volte si faceva fatica a reggersi in piedi. Proprio là, sbucando da tutte le grotte della Pioda di Crana, si riunivano le streghe.

Ai confini del bosco c’era e c’è ancora un grosso masso con una croce scolpita. Quel luogo si chiama il morto. Il povero Pantaleone suggestionato dalla presenza del sasso, dal luogo aspro, dal vento e dall’oscurità, mentre spingeva avanti i muli, gli sembrò di sentire il masso che sibilava: “Non spira buon vento oggi sulla montagna!”.

Arrivato poco sotto al passo cominciò a cadere una pioggia battente con lampi e tuoni e mentre il vento urlava, una voce continuava a sussurrare la maledizione. Plotoni affiancati di streghe gli sbarrarono il cammino e fra essi, le quattro donne del campo di segale si precipitarono all’attacco di Pantaleone, che si gettò in ginocchio invocando l’aiuto del suo santo protettore, del quale portava il nome. Subito cessano i lampi e il vento, insieme alle streghe: la salvezza era arrivata.

Ridisceso a valle fece voto di erigere in quel luogo una cappella dedicata al Santo. Il giorno dopo un muratore salì con lui al passo e sulle impronte delle ginocchia di Pantaleone posò la prima pietra della cappella. Alla prima neve la cappella era finita e il muratore raccontò che, lavorando per rompere e sagomare le pietre, udiva sibili e lamenti notturni delle streghe e quando diede l’ultimo colpo, dalla Pioda di Crana, si levarono le grida delle ultime quattro streghe del paese che spirarono la notte in cui la cappella fu finita.