Descrizione
Quota iniziale : 281 m
Quota finale: 340 m
Dislivello: 227 m di saliscendi
Distanza totale A/R: 13,50 km
Tempo: 3:15 h escluse le soste
Viste le previsioni meteo non rosee, per la giornata odierna optiamo per una breve passeggiata mattutina nel Parco Naturale dei Lagoni di Mercurago.
Si tratta di un’area protetta istituita nel 1980 su iniziativa popolare che si estende tra i comuni di Arona (frazione Mercurago da cui prende il nome), Comignago, Dormelletto e Oleggio Castello. Il parco, oltre che per l’interesse naturalistico, è famoso anche per la presenza di notevoli testimonianze archeologiche del periodo golasecchiano, romano e preistorico.
Al suo interno si snodano innumerevoli sentieri e percorsi adatti a tutti e che possono essere modulati a seconda del tempo che si ha a disposizione e dell’età dei più piccoli. E’ possibile reperire le informazioni e la cartina del parco con l’indicazione di tutti i sentieri percorribili direttamente sul sito del parco (link).
Il giro che abbiamo fatto noi è piuttosto lungo e tocca tutti i punti di maggiore interesse sia archeologico che naturalistico, ma ovviamente può essere accorciato a piacere.
Molti sono i punti di accesso al parco, oggi abbiamo deciso di utilizzare quello principale in Via Gattico a Mercurago dove si trova anche la sede del parco e un comodo parcheggio.
Lasciata l’auto imbocchiamo Stra di pianél da Gatic che in pochi minuti ci porta al primo bivio dove è stata posta una Madonnina. Svoltiamo su Stra del Bagain e iniziamo il nostro giro. Dopo pochi minuti, ignoriamo il bivio per Stra dal Mot Caré, per poi svoltare a sinistra poco più avanti ed immetterci su Stra d’la Pul che ci porterà brevemente ad intersecare il Senté di Busch che seguiamo verso sinistra. Ai vari bivi che incontriamo continuiamo a seguire l’itinerario archeologico fino ad un incrocio dove deviamo temporaneamente a sinistra per andare a visitare la Necropoli Golasecchiana che si trova in cima al Motto del Lagone. Qui nel corso degli anni ’70 del Novecento è stata rinvenuta una necropoli costituita da una decina di sepolture risalenti al fine del VI secolo a.C.. La presenza di un pannello rende molto facile l’individuazione.
Tornati sui nostri passi riprendiamo il Senté di Busch che poco più avanti costeggia un altro sito archeologico dove è possibile ammirare un abitato romano portato alla luce dagli scavi della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie nel 2010.
Proseguiamo sempre dritto fino a ritrovare la Stra di pianèl da Gatic che seguiamo verso sinistra. Sempre rimanendo sull’itinerario archeologico dopo aver superato un facile guado del Rio Caneva arriviamo alla Necropoli Romana indicata da un pannello, purtroppo il sito è un po’ inerbito. Queste tombe ad incenerizione risalgono al II – III secolo d.C. e forniscono notizie sulla romanizzazione del Basso Verbano. Prima di proseguire verso l’ultimo sito archeologico facciamo una deviazione per andare a vedere due laghetti in zona Turbera così prendiamo il sentierino (Senté dal Custon) che scende a sinistra di fronte al pannello esplicativo.
In pochi minuti arriviamo ad un incrocio dove scendiamo a sinistra ed attraversiamo di nuovo il Rio Caneva su un caratteristico ponticello di legno. Continuiamo nel bosco fino a giungere ad un laghetto dal quale si eleva il gracchiare delle rane. Proseguiamo ancora seguendo le chiare indicazioni ed arriviamo ad un secondo piccolo laghetto. Torniamo ora sui nostri passi fino al panello della necropoli romana dove questa volta proseguiamo dritto per andare a visitare l’ultima necropoli. Si tratta di dieci sepolture scoperte negli anni ’70 del Novecento la cui datazione non è certa, ma il ritrovamento di alcune monete databili alla metà del IV secolo d.C., fa ipotizzare che fossero di quel periodo.
Rimanendo sempre sul sentiero principale arriviamo a Cascina Boscarolo, limite del parco. Qui riprendiamo Stra d’la Buscarola per rientrare nel parco dove troviamo un altro laghetto. Proseguiamo fino ad incrociare Stra d’la Bergamina che seguiamo verso destra fino ad arrivare in circa un quarto d’ora alla Cascina Bergamina e alla strada provinciale. Svoltiamo a sinistra e dopo un breve tratto su asfalto arriviamo alle Rubinetterie Nobili dove svoltiamo a sinistra e subito dopo lasciamo l’asfalto per proseguire dritto nel bosco lungo la Stra nova dal Pinin. La passeggiata prosegue sempre dritto tra laghetti e qualche incontro inaspettato. In circa mezz’oretta tra cavalli e panorami arriviamo al Lagone più grande circondato da alti alberi. L’accesso alle rive del lago è interdetto a protezione della fauna e della flora ma è possibile costeggiarlo sul lato sud sud-ovest e fare foto col teleobiettivo.
Un pannello ci ricorda come sul lato nord inibito al pubblico sia stato trovato, nel corso di scavi in una torbiera, un insediamento palafitticolo dell’età del bronzo (XVIII-XIII secolo a.C.). Qui, oltre alle abitazioni, sono stati recuperati anche tre ruote lignee e due piroghe scavate in tronchi d’albero, oltre a svariati altri oggetti esposti presso il Museo di Antichità di Torino.
Ora non ci resta che completare il giro imboccando Stra di Valet che ci riporterà alla sede del parco passando dal Alpacalama Experience dove vengono portati nel periodo invernale gli animali che avevamo incontrato la settimana scorsa al rifugio Zum Gora.
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