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Le tre croci sopra l'osservatorio in caverna del Monte Morissolo

Descrizione

Quota iniziale : 1238 m
Quota finale: 1535 m
Dislivello: 75m Monte Morissolo – 297m Monte Spalavera
Tempo: 1:30 h per l’anello del Monte Morissolo compresa la visita alle caverne – 2:00 h per l’anello del Monte Spalavera compresa la visita alle trincee

Oggi proseguiamo la nostra scoperta dei luoghi interessati dalla Linea Cadorna. Si tratta di un itinerario ad otto che può essere percorso in un’unica giornata (è molto breve), oppure all’occorrenza è possibile dividerlo in due anelli.

Lasciata l’auto nella piazzetta adibita a piccolo parcheggio in località Alpe Colle ci dirigiamo verso la fontana accanto alla quale partono tre sentieri ben segnalati. A noi interessa il sentiero 1 come indicato da alcuni cartelli in legno che riportano la scritta Gallerie Morissolo 20 minuti.

Prendiamo la larga mulattiera e presto arriviamo ad un incrocio: a sinistra il sentiero 17 che scende a Trarego, davanti a noi sulla destra il sentiero 6 che scende a Cannero mentre diritto prosegue il sentiero 1 che sale dolcemente sul fianco della montagna per poi proseguire in piano.

Dopo qualche minuto sulla sinistra tra gli alberi ecco che si fa vedere il Monte Spalavera seconda meta della giornata. Dopo circa 10 minuti arriviamo ad una sezione di carbonaia e poco più avanti ecco fare la sua comparsa il Monte Morissolo. Presto arriviamo ad un evidente colletto dal quale si gode di una splendida vista sul Lago Maggiore e sulle montagne alle nostre spalle. Qualche metro sotto al colletto ecco comparire la strada Cadorna che proviene da Piancavallo e i resti di postazioni scavate nella roccia. Svoltiamo a sinistra sulla strada fino alla prima delle gallerie. L’ingresso è chiuso da un cancello per evitare l’ingresso degli animali e occorre ricordarsi di chiuderlo dopo il nostro passaggio. Usciti dall’altro lato il panorama è mozzafiato. Dopo poche decine di metri troviamo l’ingresso della seconda galleria che attraversiamo per giungere ad una seconda balconata panoramica e alla palestra di roccia sovrastante.

Per la visita all’ultima e principale delle caverne è obbligatorio avere una buona torcia elettrica visto che l’impianto di illuminazione presente al momento della nostra visita è guasto. Dopo un primo corridoio lungo un centinaio di metri disseminato di anelli in ferro che servivano per legare i muli si arriva ad una biforcazione. Svoltiamo a sinistra per arrivare alle tre ampie sale in caverna che dovevano ospitare una batteria di cannoni con canna rigata in acciaio di calibro 149,1 mm che sparavano proiettili da 80 Kg con una gittata di 14 Km. Le feritoie puntano a nord e nord-est per coprire la Val Cannobina e la strada costiera del Lago Maggiore.

Torniamo sui nostri passi e giunti nuovamente alla biforcazione proseguiamo dritto verso l’uscita che ci porta ad una scaletta esterna che porta verso l’osservatorio in caverna sovrastante. Saliamo i gradini di roccia e ferro e arriviamo all’inferriata che protegge l’ingresso all’osservatorio. Entriamo e notiamo le quattro feritoie che permettono un’ottima visuale.

Usciamo dall’osservatorio e prendiamo il sentiero a sinistraATTENZIONE questo tratto di sentiero anche se breve è leggermente esposto e non adatto ai più piccoli e a coloro soffrono di vertigini, consigliamo pertanto a queste persone di ritornare al colletto ripercorrendo il percorso fatto finora attraverso le gallerie.

Chi ha un passo fermo può tranquillamente proseguire sul sentiero che in poche decine di metri arriva a una delle feritoie ben mimetizzate dell’osservatorio e alle tre croci che si trovano in un punto molto panoramico sotto la cima. Proseguendo in pochi minuti si arriva alla cima del Monte Morissolo dove sono stati allestiti due punti panoramici con pannelli esplicativi. Rimaniamo a goderci il panorama verso il Lago Maggiore e verso le montagne per un po’ dopo di che proseguiamo sul sentiero che scende dal versante opposto attraverso il bosco e che in pochi minuti ci riporta al colletto da dove proseguiamo sul sentiero dell’andata fino ad Alpe Colle.

Dopo una breve sosta per il pranzo sui comodi tavoli in pietra in piazza ci apprestiamo a salire sul Monte Spalavera e a visitare alle sue trincee ben conservate.

Dalla piazza saliamo i gradini che ci portano all’inizio del percorso. Imbocchiamo a sinistra la strada Cadorna ignorando un primo bivio sulla destra che percorreremo in discesa. La strada è molto ben tenuta e sale dolcemente. Dopo pochi minuti arriviamo ad una prima fontana e ad un inaspettato rinfresco. Poco dopo ecco un’altra fontana questa volta non funzionante. Proseguiamo sempre sulla strada che a tratti mostra bellissimi muri a secco di contenimento e spettacolari panorami. Una terza fontana è anche l’ultimo punto di approvvigionamento di acqua. Man mano che si sale la strada ormai inerbita si trasforma in sentiero e un cartello ci ricorda che siamo entrati nel Parco Nazionale della Val Grande. Ormai la cima è vicina infatti eccola ancora imbiancata. Sulla sommità spicca la croce di vetta. Purtroppo le trincee che corrono tutto intorno alla cima sono ancora quasi totalmente sepolte dalla neve e possiamo vederne solo una parte. Da qui è possibile spaziare a 360° sul paesaggio circostante anche se il tempo sta velocemente cambiando un vento freddo si è alzato e nubi minacciose si accalcano all’orizzonte.

Dopo un’ultima occhiata decidiamo di scendere per un breve tratto sulla strada fatta in salita fino ad un bivio in prossimità di un tornante dove un cartello giallo su un albero indica la partenza di un sentiero che scende diretto verso Colle. Prendiamo il sentiero che si inoltra in un bellissimo bosco di betulle dove spiccano diversi crocus e le piante sono ricoperte di funghi. In meno di mezz’ora siamo a Colle e alla macchina soddisfatti della splendida passeggiata.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Autostrada A26 uscita Verbania. Girare a destra e imboccare la SS34 fino a Verbania. Seguire le indicazioni per Premeno e quindi per l’Istituto Auxxologico Italiano di Piancavallo. Lasciato l’ospedale sulla destra si prosegue per la strada asfaltata a tratti stretta fino ad Alpe Colle dove si lascia l’auto.

Coordinate parcheggio: N 46.024567° E 8.625966°

Leggende storia e curiosità

La “Linea Cadorna”

La Linea Cadorna è un sistema di fortificazioni militari che doveva difendere il confine nord dell’Italia a ridosso della Svizzera. Le linee fortificate proteggevano il territorio italiano tra il Gran San Bernardo e la Valtellina. Nel VCO esse coprono un dislivello di 2000 m tra la piana del Toce e il Monte Massone e fra il Lago Maggiore e il Monte Zeda. Furono costruite nel corso della prima guerra mondiale tra il 1916 e il 1918 in funzione difensiva a fronte di un eventuale attacco austro-tedesco attraverso la Svizzera e furono volute dal generale Luigi Cadorna.

Il generale Luigi Cadorna fu capo di stato maggiore dell’esercito italiano fino al 1917.
Era originario di Pallanza sul Lago Maggiore e proveniva da una nobile famiglia di tradizioni militari. Il padre Raffaele nel 1870 guidò la conquista di Roma attraverso la “Breccia di Porta Pia”.

La Linea Cadorna comprende un fitto reticolo di strade e mulattiere militari, trincee, postazioni d’artiglieria, luoghi di avvistamento, ospedaletti e strutture logistiche, centri di comando. Il sistema difensivo vide la costruzione di 72 km di trincee, 88 baraccamenti, 296 km di strade camionabili e 398 km di mulattiere.
Furono impiegati 15-20.000 operai con punte di 30.000 nella primavera del 1916. Non vennero mai utilizzate per il successivo decadere delle strategie militari legate alla “guerra di posizione”.

Oggi la Linea Cadorna rimane come un patrimonio di sentieri per l’escursionismo e uno stupefacente complesso di archeologia militare. Una lezione della Storia per cui queste strade di guerra sono diventate sentieri di pace.

Tratto dai pannelli della “Comunità Montana Alto Verbano”