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Follu

Descrizione

Quota iniziale : 1146 m
Quota finale: 1664m a Follu – 1844 m a Pianmisura
Dislivello: 525 m a Follu – 754 m a Pianmisura
Distanza totale A/R: 9,98 km
Tempo: 1:10 h a Follu – 2:00 h a Pianmisura

Meta di oggi la Val d’Otro in Valsesia pertanto giunti ad Alagna lasciamo l’auto nel grande parcheggio sterrato prima dell’ingresso del paese e, completati i consueti preparativi, ci dirigiamo verso l’abitato. Oltrepassato il ponte sul Torrente Otro, teniamo la sinistra seguendo le indicazioni per il sentiero n. 3 e proseguiamo per un centinaio di metri fino ad un altro ponte di fronte alla caserma dei carabinieri. Passiamo il ponte e proseguiamo sempre seguendo le indicazioni. Appena prima di una piazzetta con una bella casa walser e l‘Oratorio di Sant’Antonio da Padova giriamo a destra e seguiamo il sentiero che sale nel bosco fino ad incrociare, dopo circa dieci minuti, il percorso principale che sale da Alagna nei pressi di un bivio con una cappelletta dedicata alla Madonna Immacolata. Seguiamo il sentiero a destra che sale a gradoni e ci porta in breve al punto panoramico chiamato “Allo Specchio“.

Dopo circa quindici minuti arriviamo al bivio per la caldaia d’Otro che ignoriamo e continuiamo a salire fino ad arrivare ad una fontana e ad un altro bivio, proseguendo dritto si percorre il sentiero 3a verso i laghi Tailly mentre svoltando a destra si sale lungo il sentiero 3b verso Otro.

Seguiamo quest’ultimo percorso e dopo circa dieci minuti incontriamo il Sasso della Mano della Madonna con una targa che cita testualmente: “Sopra questo sasso la Madonna si è appoggiata. Quando questa via tu salirai posa sopra la mano, per tutto il giorno la Madonna ti aiuterà.”

Dopo altri dieci minuti arriviamo al bivio per le miniere di manganese e, incuriositi, decidiamo di seguire il sentiero a destra che ci porta prima ai resti della stazione di arrivo della teleferica che serviva le miniere e poi all’ingresso delle miniere visitabili solo esternamente in quanto l’ingresso è vietato. Proseguiamo a sinistra seguendo le indicazioni e dopo una breve di salita arriviamo a tre belle grotte e ad altrettanti suggestivi laghetti.

Proseguiamo a sinistra e dopo qualche minuto di decisa salita incrociamo il sentiero principale che in pochi minuti ci porta fino ad Otro. L’arrivo è sempre molto suggestivo con la chiesetta della Madonna della Neve e le tipiche case walser di Follu e Fellerech con alle spalle il Tagliaferro. Oltrepassata la chiesetta con la sua facciata affrescata avvisiamo il gestore del rifugio Zar Senni del nostro arrivo così che ci possa preparare un tavolo per il pranzo dopo di che proseguiamo verso Dorf e il suo forno comune. Seguiamo ora le indicazioni per Scarpia che attraversiamo per poi proseguire lungo il sentiero tra prati fioriti e gigli di monte fino a giungere a Pianmisura Piccola e successivamente a Pianmisura Grande.

Il tempo vola in questo paradiso e il gestore del rifugio ci aspetta per il pranzo così decidiamo di rientrare verso Follu seguendo lo stesso itinerario.

La sosta ristoro è degna di nota con antipasti della casaaffettatipolentasalsiccia e tapelucco. Dopo pranzo ci attardiamo ancora qualche minuto tra i molti escursionisti che nel frattempo sono arrivati, ma presto giunge il momento di scendere così ci avviamo lungo lo stesso itinerario della mattinata con una breve deviazione per visitare la caldaia d’Otro che avevamo trascurato in salita. L’unico punto di attenzione: occorre ricordarsi all’ultimo bivio prima della cappelletta della Madonna Immacolata di lasciare il percorso principale e prendere il sentiero a destra che scende nel bosco per evitare di allungare il percorso.

 

Galleria Foto

Cartina e indicazioni stradali

Accesso stradale: Seguire la SS299 della Valsesia fino ad Alagna e parcheggiare nel grande parcheggio sterrato all’ingresso del paese oppure prima dell’ingresso al paese.

Coordinate parcheggio: N 45.845848° E 7.939418°

Profilo e traccia GPS

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Video Traccia 3D

Leggende storia e curiosità

La leggenda dell’Uomo Selvatico “Das Wilte Mandiè”

Un tempo nella Valle d’Otro viveva un uomo d’indole così selvaggia che se ne stava tutto solo, anche nel cuor dell’inverno, in quel luogo delle alpi di Otro chiamato Die Saccu vicino al torrente. Era alto e forte, con una lunga barba grigia, vestiva di pelli girava scalzo e assai raramente rivolgeva la parola ai pastori che incrociava sulla via degli alpeggi. Si nutriva di erbe e di bacche, talvolta rubava un cavolo da un campo o un sorso di latte da una stalla e di tanto in tanto si recava su un sasso soleggiato sopra la frazione Scarpia e là rimaneva per ore immobile a rimirare la valle.

Un giorno d’inverno mentre tornava col suo secchiello dal torrente Otro, dove si era recato per attingere la sua provvigione d’acqua, incontrò sul sentiero uno sconosciuto che lo salutò “Buon giorno” gli disse questi con voce asciutta. L’Uomo Selvatico non aveva mai visto un simile personaggio: era vestito di velluto nero e calzava lustri stivaletti di pelle fine. “Perché ti affanni tanto sottoponendoti a tali fatiche per condurre in fondo una vita miserabile in questa valle?” chiese lo straniero “Io posso spostare le montagne che la circondano e far sì che il sole la illumini sempre, tutto l’anno; posso trasformare questi poveri campicelli in ricche piantagioni dove farò nascere spighe dorate e viti che daranno uve dolcissime, pronte da raccogliere, senza nessuna fatica”. Lo straniero proseguì: “In cambio vorrei solo la tua anima, non è gran cosa ti pare? Ascoltami e non te ne pentirai”. All’udire tale proposta l’Uomo Selvatico comprese di avere davanti il Diavolo in persona, si fece il segno di croce e girate rapidamente le spalle corse via.

L’Uomo Selvatico continuò a dimorare chissà fino a quando in Die Saccu, riposandosi ogni giorno sul suo sasso dove a poco a poco si è scavata una conca nel punto dove stava seduto. La Valle d’Otro è ancora un luogo isolato e meraviglioso, anche se i campi sono poveri e scoscesi e vi crescono solo segale, patate e qualche cavolo, gli inverni sono bianchi, lunghi e gelidi ma l’anima dell’Uomo Selvatico vi abita ancora.