Sul far della sera la giovane Elisabetta partì da Fondovalle per recarsi ad accudire la zia ammalata ad Antillone. Era una serata calma e serena ricca di profumi dei fiori e di canti degli uccellini come se la campagna stesse preparando una festa.

Elisabetta camminava svelta sulla mulattiera incurante di ciò che aveva intorno perché voleva arrivare in fretta dalla zia.

Passando vicino al laghetto di Antillone voltò casualmente lo sguardo verso le acque limpide e vide in piedi in mezzo al lago una signora vestita di bianco che la chiamava.

“Vieni a me Elisabetta, ti darò la medicina per la zia ammalata” le disse la signora.

“Non mi è possibile, l’acqua me lo impedisce” rispose la ragazza.

La Madonna allora posò del nastro rosa attraverso il lago per permettere alla giovine di camminare sulle acque.

Elisabetta tutta tremante e riverente si avvicinò alla Signora Celeste che sorridendo le chiese di dire ai suoi compaesani di piantare una croce nel luogo dove si trovava e di costruire una chiesetta dedicata alla Visitazione sulle sponde del lago.

La giovane acconsentì ma quando alzo gli occhi la Madonna era scomparsa. Ritornò così a riva sul nastro ancora disteso e si avviò verso Antillone per comunicare agli abitanti il miracolo e accudire la zia ammalata ma ecco che le venne incontro la zia miracolosamente guarita.

Le due donne fuori di sé per la gioia diffusero per tutta la valle Formazza quanto la Madonna aveva richiesto e subito furono gettate le fondamenta per l’oratorio ed innalzata la croce che fu benedetta dal parroco durante una cerimonia alla quale presero parte tutti gli abitanti della valle.

I formazzini stavano rientrando alle loro abitazioni dopo la cerimonia quando furono trattenuti dalle grida di Elisabetta che gridava al miracolo. Ritornarono tutti al lago dove videro che ai piedi della croce per un ampio raggio erano fiorite tantissime ninfee bianche con gli stami d’oro tanto che la croce sembrava sorgere in un giardino adagiato sull’acqua.

Le ninfee furono ritenute dagli abitanti della valle Formazza di buon auspicio e benedette ogni anno per la Visitazione.

Oggi purtroppo le ninfee non esistono più in quanto nel 1910 i lavori per la posa di una condotta sotterranea da Fondovalle alla centrale di Rivasco provocarono ingenti danni al lago che nei decenni successivi si prosciugò causando la scomparsa dei rari fiori e del tritone alpino.

Nel 1954 i lavori di impermeabilizzazione fecero rinascere il lago ma flora e fauna non comparvero più.

 

 

Liberamente tratto da “Leggende delle Alpi” di Paolo Crosa Lenz Grossi Ed. Domodossola