Descrizione
Quota iniziale : 1746 m
Quota massima: 2526 m
Dislivello: 1100 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 24,50 km
Tempo: 7:30 h escluse le soste
Un magnifico giro ad anello tra Italia e Svizzera, lungo oltre 24 chilometri e con un dislivello complessivo di circa 1100 metri adatto solo ai ragazzi più grandi e ben allenati. L’itinerario non presenta difficoltà tecniche né tratti esposti, ma sul versante svizzero, in alcuni punti, il sentiero si restringe fino a circa 50 centimetri e diventa un po’ aereo. Chi soffre seriamente di vertigini potrebbe quindi trovarsi in difficoltà.
Il percorso si può affrontare sia in senso orario che antiorario; noi scegliamo quest’ultimo, che riteniamo meno faticoso e più panoramico.
Durante l’escursione attraversiamo tre passi alpini: il Passo di San Giacomo, al confine tra Italia e Svizzera; il Passo del Corno, in territorio svizzero; e il Passo del Gries, che ci riporta in Italia. Lungo il cammino incontriamo anche il nostro primo rifugio svizzero: la celebre Capanna Corno Gries, soprannominata “Vascello Spaziale Alpino” per la sua forma architettonica particolare.
Lasciamo l’auto nel parcheggio a pagamento di Riale (5 euro al giorno nel 2025), ai piedi della diga del lago di Morasco, e ci incamminiamo lungo la strada asfaltata in direzione del paese. Da qui ci sono due possibilità: salire lungo la strada sterrata, più dolce ma più lunga, che porta al Rifugio Maria Luisa, oppure — come facciamo noi — imboccare il sentiero G20, più ripido ma più diretto, che consente di tagliare diversi tornanti e risparmiare oltre due chilometri e mezzo.
Saliamo rapidamente di quota e, sul lago di Morasco, compare un arcobaleno: un segno benaugurante, visto che le previsioni meteo per oggi non sono delle migliori. In circa mezz’ora ci ricongiungiamo alla strada principale, da cui si apre una splendida vista sul lago e sulla piana di Riale. La parte più ripida è alle spalle; dopo un breve tratto in falsopiano, ci troviamo davanti al muraglione della diga del lago Toggia, accanto al quale sorge il Rifugio Maria Luisa (1 ora dalla partenza).
Dopo una breve salita raggiungiamo la sommità del muraglione e proseguiamo lungo il sentiero G20, costeggiando il lago. Superiamo l’Alpe Regina e poco dopo notiamo i resti di alcune curiose colonne che attirano subito la nostra attenzione. Sono ciò che rimane del Wagristoratore, un surreale progetto dell’architetto Piero Portaluppi, dedicato a San Giacomo Pescatore. Inaugurato nel 1930, era composto da due vagoni ferroviari portati fin quassù grazie alla costruzione della strada del 1927. Purtroppo, durante la guerra, i nazifascisti lo utilizzano come postazione strategica e poi lo incendiano per evitarne l’utilizzo da parte dei partigiani in fuga verso la Svizzera.
Proseguiamo per una decina di minuti e raggiungiamo la nuova stazione di sosta e ricarica per biciclette elettriche (ancora chiusa), costruita al posto della vecchia caserma della Guardia di Finanza, attiva fino alla fine degli anni ’70 e demolita nel 2020. Subito dopo, siamo al Passo San Giacomo (2 ore dalla partenza), che segna il confine tra Italia e Svizzera.
Attraversiamo il confine e proseguiamo dritti verso una croce, quindi iniziamo a scendere verso San Giacomo, dove sulla destra notiamo alcuni bunker costruiti negli anni Trenta a difesa del confine e la chiesetta di San Nicolao. Il sentiero svolta a sinistra: dopo una breve discesa, si sviluppa in falsopiano, inoltrandosi in una splendida vallata svizzera. Per un lungo tratto camminiamo spediti su un sentiero che taglia il fianco della montagna, con alcuni facili passaggi su roccette. Anche se mai esposto, è meglio non soffrire troppo di vertigini.
Dopo circa 45 minuti intravediamo il rifugio, che raggiungiamo con un ultimo breve strappo (1 ora e 20 da San Giacomo – 3 ore e 30 dalla partenza). La Capanna Corno Gries è davvero suggestiva e si inserisce perfettamente nello scenario circostante. Decidiamo di fermarci per il pranzo, anche per festeggiare il raggiungimento di questo obiettivo (il rifugio accetta pagamenti elettronici, sia in euro che in franchi).
Dopo una meritata pausa, riprendiamo il cammino: ci attende ancora un bel tratto. Entriamo nella Val Corno, dove ci aspettano altri 200 metri di dislivello positivo, in un paesaggio sempre più lunare, ma con un tocco di colore.
Arrivati in vista del Lago del Corno, ci accolgono marmotte e qualche stambecco. Ignoriamo il bivio sulla destra e proseguiamo dritti, fino a raggiungere il Passo del Corno, a quota 2500 metri, circa un’ora dopo la capanna.
Lasciamo alle spalle il lago omonimo e iniziamo a scorgere il Lago del Griess, che in un quarto d’ora si apre sotto di noi, dominato dal suo parco eolico. In pochi minuti raggiungiamo anche il Passo del Gries (5 ore dalla partenza), tornando in territorio italiano. Accanto al cippo di confine, troviamo l’indicazione italiana del passo.
Poco più avanti superiamo una piramide granitica e, sulla destra, intravediamo il Bivacco del Gries, che però decidiamo di non raggiungere: il vento è forte e il tempo peggiora rapidamente, così iniziamo subito la discesa. Prendiamo il sentiero G00, che scende verso la piana del Bettelmatt, ai piedi della Punta dei Camosci ma a metà strada inizia a piovere e siamo costretti a rallentare a causa del terreno scivoloso.
Giunti all’Alpe Bettelmatt pensiamo di scendere lungo la strada poderale, più lunga ma meno scivolosa, ma la troviamo chiusa per pericolo frane. Non ci resta che attraversare il Rio del Gries e imboccare di nuovo il sentiero G00, che in circa mezz’ora ci conduce alla funivia dell’Enel.
Da qui seguiamo la strada che costeggia il lago di Morasco, fino al muraglione della diga, e poi proseguiamo su asfalto fino al parcheggio (7:30h dalla partenza), che raggiungiamo sotto una pioggia battente.
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