Descrizione
Quota iniziale : 802 m
Quota finale: 1638 m
Dislivello: 847 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 9,30 km
Tempo: 4:00 h escluse le soste
Avendo a disposizione poco tempo, abbiamo optato per una meta non troppo lontana da casa e fattibile in mezza giornata o poco più.
La destinazione di oggi è la Bec d’Ovaga e il vicino rifugio Spanna-Osella, con partenza dalla località Casavei di Crevola Sesia, frazione di Varallo Sesia, salendo col sentiero 605 e scendendo con un anello dal sentiero 604.
L’intero itinerario non presenta alcuna difficoltà tecnica ed è adatto a tutti, con un allenamento sufficiente per superare i quasi 850 metri di dislivello e i 9,3 chilometri di lunghezza. L’unico punto d’attenzione è rappresentato dai pochi metri tra il rifugio e la croce di vetta, che meritano prudenza in presenza di bambini, i quali nel dubbio, possono fermarsi al rifugio.
Lasciata l’auto al termine della strada asfaltata in località Casavei, ci dirigiamo verso l’inizio del sentiero 605, indicato da una palina. Dopo pochi metri su strada sterrata, prendiamo il sentiero che si stacca sulla destra e costeggia una baita. L’erba è un po’ alta, ma non crea nessun problema; anzi, camminare tra le ginestre e i fiori è molto bello.
Presto il sentiero entra nel bosco e inizia a salire con pendenza costante, ma non impegnativa. In un quarto d’ora arriviamo al guado del Rio di Casavei e, in meno di mezz’ora, intercettiamo la sterrata che sale dall’alpe Casavei.
Continuiamo a salire tra le fioriture, superando caratteristiche baite isolate, fino a giungere ad un bivio dove ignoriamo il sentiero che prosegue dritto per svoltare a destra verso l’Alpe Campo (0:30’), zona di pascolo del Dahu, un animale leggendario molto conosciuto dalle popolazioni delle aree montane europee, dai Pirenei alle Alpi. Sarebbe un mammifero quadrupede caratterizzato dall’avere le gambe asimmetriche, quelle di destra più lunghe di quelle sinistre (o viceversa), per muoversi meglio sui ripidi pendii montani.
Imbocchiamo il sentiero che si alza accanto ad una bella baita e, subito dopo, troviamo un bivio dove svoltiamo a sinistra. Passiamo i resti dell’alpe Volpera e superiamo il Rio del Campo con la bella scalinata scolpita nella roccia. Qui è presente anche una corda per facilitare il passaggio nel periodo invernale, quando il rio è ghiacciato.
In circa un’oretta di cammino, arriviamo all’Alpe del Pastore con la sua bella cappellina e il rudimentale altare. Riprendiamo a salire e, dopo pochi minuti, arriviamo al bivio col sentiero 604: ora proseguiamo dritto, ma al ritorno prenderemo il sentiero a destra per fare un anello.
Passiamo il guado sul torrente Reale e un altro tratto nel bosco ma finalmente ne usciamo. Ormai manca poco e il rifugio è in vista. Dopo una serie di stretti tornanti, arriviamo al rifugio Spanna-Osella (1:50h) e alla cappellina, a sinistra della quale si stacca il sentierino che sale alla croce di vetta della Bec d’Ovaga, dove arriviamo in cinque minuti.
Purtroppo, le nuvole basse impediscono la visione del panorama che si vedrebbe da questa cima isolata, per cui, dopo qualche minuto, decidiamo di scendere verso il rifugio per una brevissima tappa, visto che le previsioni danno pioggia nel pomeriggio. Ci fermiamo solo il tempo di una bibita rinfrescante e ripartiamo seguendo lo stesso sentiero 605 fino al bivio a monte dell’Alpe del Pastore, dove svoltiamo a sinistra e iniziamo a percorrere il sentiero 604.
In dieci minuti arriviamo ai resti dell’Alpe Fajel e, poco dopo, con un traverso arriviamo ad una sella dove, seguendo le bandierine bianco rosse, svoltiamo a destra e scendiamo verso la Sella Fajel della Lepre.
Giunti alla Sella, svoltiamo a destra e subito a sinistra, seguendo le indicazioni del sentiero 604. Iniziamo un lungo e piacevole traverso che ci conduce fino alla Sella della Bora, dove svoltiamo a destra e iniziamo a scendere.
Giunti all’Alpe La Bora, la traccia si perde sotto gli alberi appena tagliati, ma senza grossi problemi la ritroviamo e riprendiamo a scendere lungo una strada sterrata particolarmente dissestata.
Dopo una ventina di minuti, occorre prestare molta attenzione ed individuare un bivio in prossimità di una curva verso destra, dove occorre lasciare la strada e proseguire dritto nel bosco (segni bianco rossi su una roccia).
Ormai manca poco e presto sbuchiamo in fondo all’Alpe Casavei, dove prendiamo la sterrata che si dirige alla Cappella della Madonna dei Poveri. Dopo una breve tappa in cui riusciamo anche a scorgere il rifugio da lontano, proseguiamo lungo la stradina fino ad una sbarra. Svoltiamo a destra e dopo un centinaio di metri incrociamo la strada che sale dal parcheggio. Non ci resta che svoltare a sinistra e proseguire fino alla macchina.
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