Al momento stai visualizzando Alto Novarese Vergante – Sass dal Pizz e Monte Cornaggia (anello per il Sass Priatecia)
Sass dal Pizz

Descrizione

Quota iniziale : 600 m
Quota finale: 920 m
Dislivello: 687 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 15,00 km
Tempo: 4:20 h escluse le soste

L’intero anello di oggi si sviluppa su una distanza di 15 chilometri di larghi sentieri e strade poderali ed un dislivello complessivo di circa 680 metri distribuiti lungo tutto l’itinerario rendendolo poco faticoso e adatto a tutti con un minimo di allenamento. Partendo dal lavatoio di Fosseno saliamo al Sass del Pizz o Monte Croce per poi dirigerci al Monte Cornaggia, al Toriggia, aggirare il Monte La Guardia e scendere verso Colazza deviando verso la Motta dell’Arbujera e al Sass Priatecia o Sasso del Diavolo e far quindi rientro a Fosseno.

Toccando così tante mete intermedie è adatto anche ai ragazzini alle prime armi essendo possibile modularlo in base all’età e all’allenamento dei più piccoli interrompendolo in qualsiasi momento per rientrare dal percorso dell’andata o utilizzando una delle molte varianti presenti sulle carte escursionistiche.

Lasciata l’auto nel parcheggio gratuito in piazza Sant’Agata a Fosseno dove sorge il monumento al Muratore imbocchiamo in salita via Bertoletti per raggiungere il lavatoio di Fosseno nei pressi del quale ha inizio il nostro itinerario che in parte corrisponde alla tappa 15 del Sentiero Novara.

Al primo bivio svoltiamo a destra seguendo il sentiero F6, subito dopo, ad un secondo bivio, rimaniamo sul sentiero più basso e al terzo bivio invece prendiamo il sentiero più alto. Le indicazioni non sempre sono chiare ma comunque è difficile sbagliare. Proseguendo in salita arriviamo ad uno slargo dove il sentiero si biforca: a destra prosegue il sentiero F6 mentre a sinistra continua il Sentiero Novara che qui coincide col sentiero F5 che seguiamo fino a raggiungere il Sass del Pizz e il Monte Croce prima meta di oggi (20’ dalla partenza). Qui la vista è spettacolare anche oggi che c’è un po’ di foschia si vedono comunque i laghi Maggiore, di Monate e di Varese. I più piccoli possono fermarsi qui e fare merenda su uno dei tavolini allestiti e godersi comunque il panorama.

Riprendiamo il cammino alle spalle dell’area attrezzata rimanendo sempre sul sentiero F5 (Tappa 15 Sentiero Novara) che in leggera salita ci porta ad un incrocio dove teniamo la destra. Raggiunta l’Alpe Cima ignoriamo la deviazione che scende verso l’alpe e proseguiamo dritto raggiungendo in meno di dieci minuti un altro incrocio in località Giogo del Cornaggia. Prendiamo la strada a destra ma torneremo da quella più a sinistra quando scenderemo dal Monte Cornaggia facendo un mini-anello. Ormai mancano solo altri dieci minuti alla vetta che raggiungiamo dopo un brevissimo strappetto finale.

La vetta del Monte Cornaggia, pur non essendo molto alta, solo 920 metri, è comunque molto panoramica con una vista a 360° sui laghi, sul Mottarone, il Monte Rosa e le montagne della Val Grande che oggi però sono coperti. Anche questa seconda meta di giornata può essere punto d’arrivo per i più piccoli.

Proseguiamo il nostro cammino imboccando il sentiero che scende verso ovest fino ad intersecare il sentiero V00 che prendiamo svoltando a sinistra e che ci riporterà all’incrocio di località Giogo del Cornaggia.

Proseguiamo ora dritto sempre sul sentiero V00 (Tappa 15 Sentiero Novara) per circa 15 minuti fino ad arrivare in prossimità di una curva al sentiero non segnalato che porta al Toriggia. Purtroppo, non ci non indicazioni e ci si deve affidare alla traccia gpx o in alternativa tenere d’occhio le paline del metanodotto che corrono lungo tutta la dorsale parallele al sentiero principale. La vetta non è un gran che ma eravamo lo stesso curiosi di vederla per cui abbiamo fatto questa deviazione di pochi minuti.

Ridiscesi per lo stesso sentiero riprendiamo la sterrata V00 (Tappa 15 Sentiero Novara) e proseguiamo dritto ignorando le varie deviazione laterali e attraversando un bel bosco di betulle. Arrivati in località Alpe del Bosco tralasciamo la deviazione verso sinistra per rimanere sul sentiero V00 che prosegue sulla destra ed aggira il Monte La Guardia. Dopo dieci minuti, teniamo la sinistra e dopo altri cinque continuiamo a tenere la sinistra lungo il sentiero che ora è fiancheggiato da uno steccato in legno. Arrivati ad un incrocio a T svoltiamo a destra e poco dopo abbandoniamo definitivamente il sentiero V00 (Tappa 15 Sentiero Novara) per svoltare a sinistra e imboccare il sentiero VE4 che scende verso Colazza.

Il sentiero è sempre ben pulito e attraversa qualche rigagnolo su caratteristici ponticelli di legno. Per alcuni tratti corre di fianco al sentiero storico ormai inerbito ma si vedono ancora i muretti di contenimento. Dopo una mezz’oretta di discesa sbuchiamo in uno slargo in località La Rana a nord di Colazza dove ci fermiamo per una pausa ristoratrice.

Ripartiamo ignorando le strade per imboccare il sentiero VF1 di fronte a noi con l’indicazione Fosseno 40 minuti. Dopo qualche minuto, giunti ad una bacheca di legno, abbandoniamo il sentiero VF1 che andrebbe diretto a Fosseno per svotare a destra seguendo un sentiero non segnalato che ci porterà sulla Motta dell’Arbujera e al Sass Priatecia. Lungo questo tratto di itinerario non ci sono indicazioni per cui meglio avere una traccia GPX o un’ottima cartina. Dopo circa cinque minuti di salita troviamo un bivio dove occorre svoltare a sinistra. Come unico punto di riferimento abbiamo trovato una freccia bianca dipinta su un sasso ma che salendo non si vede per cui se la scorgete facilmente state sbagliando direzione e dovete tornare indietro un paio di metri e svoltare.

Continuiamo a salire finché il gps ci indica che siamo proprio sotto alla Motta dell’Arbujera per cui, anche se non c’è un sentiero decidiamo, spinti dalla curiosità, di salirci dritto per dritto. In realtà in cima non c’è praticamente nulla a parte due grosse pietre e anche il panorama è inesistente per cui ridiscendiamo e proseguiamo sul sentiero fino ad arrivare, dopo essere saliti sulla dorsale, ad uno spiazzo dove sulla destra parte la deviazione per il Sass Priatecia o Sasso del Diavolo già ben visibile.

Ci dirigiamo verso il masso erratico sul quale aleggia una leggenda secondo la quale il diavolo in persona era solito sedersi lasciando così sul macigno l’impronta del suo posteriore. Notiamo che il masso ha diverse incisioni, tra le quali alcune a forma di croce la cui origine è ancora incerta. Un mito recente vuole che siano scaramantiche e legate alla credenza del diavolo mentre secondo un altro mito sarebbero invece incisioni, probabilmente di origine celtica, eseguite per marcare il confine del territorio. (Fonte MASSI ERRATICI singolari testimonianze glaciali nel paesaggio piemontese di Luigi Motta, Michele Motta e Osvaldo Ferrero edito dalla Regione Piemonte)

Dopo la breve visita ritorniamo sui nostri passi per proseguire lungo il sentiero di fronte che scende, non sempre visibile, nel bosco fino a raggiungere un’area attrezzata dove sorge la Croce di Tapigliano.

Ormai manca poco e seguendo il sentiero in discesa intercettiamo la sterrata che arriva diretta dalla località La Rana e che avevamo abbandonato per salire alla Motta dell’Arbujera. Non ci resta che seguire la strada verso destra e in pochi minuti siamo alle porte di Fosseno e in breve all’auto.

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N 45.807375° E 8.513154°

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