Descrizione
Quota iniziale : 1638 m
Quota finale: 2612 m
Dislivello: 1011 m comprese le perdite di quota
Distanza totale A/R: 13,50 km
Tempo: 5:00 h escluse le soste
Giro ad anello in Val Bognanco, consigliatissimo nelle giornate limpide per i panorami spettacolari dalla vetta del Pizzo Pioltone (Camoscellahorn).
L’intero percorso non è adatto a tutti, sia per il dislivello superiore ai 1000 metri, sia per il tipo di terreno, molto ripido e sdrucciolevole, che si incontra nella salita alla vetta e, ancor di più, nella discesa.
Per questo motivo sconsigliamo l’escursione ai bambini sotto i 12-13 anni e ai ragazzi non esperti di questo tipo di terreno. I più piccoli o meno esperti possono tranquillamente fermarsi al Passo del Monscera e completare l’anello evitando la salita al Pizzo Pioltone.
Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio gratuito di fronte al Rifugio San Bernardo – da dove la nostra meta è già ben visibile – ci incamminiamo subito lungo il sentiero D00, che parte proprio di fronte al rifugio e si dirige in piano verso ovest.
Dopo circa 15 minuti di tranquilla passeggiata nel bosco su strada sterrata, raggiungiamo un bivio: lasciamo la strada principale e proseguiamo lungo il sentiero che sale dolcemente tra gli alberi. Dopo circa 50 minuti, sbuchiamo alla Torbiera di Gattascosa, uno dei nostri posti preferiti in questa valle, da cui la vetta è ben visibile.
Attraversata l’ampia radura, riprendiamo a salire con maggiore decisione fino a giungere, in circa mezz’ora, al lago di Ragozza, e subito dopo al Rifugio Gattascosa.
Siccome la strada è ancora lunga – anche se la vetta del Pizzo Pioltone da qui sembra vicina – non ci fermiamo e proseguiamo lungo la carrozzabile D08, che abbandoniamo dopo circa 5 minuti per imboccare il sentiero a sinistra verso il lago di Monscera.
Una volta raggiunto il lago, lo costeggiamo seguendo il sentiero più basso; al termine svoltiamo a sinistra e risaliamo il pendio fino al Passo del Monscera, dove un cippo ricorda che siamo sul confine tra Italia e Svizzera. Davanti a noi, il Trittico del Sempione si mostra in tutta la sua bellezza.
A questo punto siamo a metà del dislivello complessivo: mancano infatti ancora circa 500 metri alla vetta.
Chi è meno esperto o troppo stanco può fermarsi qui per una meritata merenda e proseguire poi direttamente sul sentiero D08 per la discesa.
Il sentiero che porta in vetta al Pizzo Pioltone non è segnalato da paline o cartelli: bisogna affidarsi agli ometti, anche se la traccia è sempre abbastanza evidente.
Superata una prima balza erbosa, il sentiero spiana leggermente e si porta sotto la parete ricoperta di sfasciumi.
Le pendenze, ora, diventano importanti (tra il 45% e il 60%) e gli sfasciumi possono risultare instabili: serve molta attenzione.
A circa metà salita, il sentiero passa vicino a un’impressionante pioda, poi devia a sinistra e continua a salire con decisione.
Uno sguardo verso valle ci fa riconoscere il Passo del Monscera, da cui siamo partiti una mezz’ora prima, mentre verso l’alto notiamo che qualcuno ci osserva, appollaiato su uno degli ometti.
Dopo circa un’ora e venti minuti, raggiungiamo finalmente la vetta, dove un imponente ometto ci accoglie.
La vista da quassù è strabiliante e ci lascia letteralmente senza parole: uno spettacolare panorama a 360° spazia dal Monte Leone al Trittico del Sempione, dal vicino Pizzo Giezza alle montagne della Val Grande e della Val Divedro.
Non riusciamo a smettere di scattare foto e registrare video.
Troviamo un posticino con vista super sul Monte Leone per la pausa pranzo più lunga della storia: quasi due ore passate ad ammirare tanta bellezza.
Troppo presto arriva il momento di scendere: firmiamo il libro di vetta e iniziamo la discesa, che si rivelerà piuttosto impegnativa, lungo lo stesso itinerario dell’andata fino a tornare al Passo del Monscera, ormai deserto.
Da qui imbocchiamo il sentiero D08, che scende verso il lago omonimo.
Attraversiamo una piccola pietraia e continuiamo dritto lungo il sentiero, che presto si trasforma in una strada sterrata e, dopo circa un quarto d’ora, si ricongiunge con la strada di servizio del Rifugio Gattascosa.
A questo punto non ci resta che seguire la strada, passando accanto al celebre Ometto di Monscera, mentre la vetta conquistata si allontana sempre di più.
Alternando tratti sterrati a brevi tratti asfaltati, continuiamo a scendere fino ad arrivare al Rifugio Il Dosso, dove ci fermiamo per una fresca birretta e un delizioso yogurt per merenda.
Ormai manca poco: proseguiamo in discesa fino al ponte sul Rio Rasiga, per poi affrontare una breve salita che ci riporta infine al parcheggio.
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